Al via l´Osservatorio europeo della Cultura e Creatività Urbana
La Commissione europea ha presentato la prima edizione dell’Osservatorio della cultura e della creatività urbana, un nuovo strumento di indagine e conoscenza che fornisce dati comparabili sulle città europee che hanno saputo sfruttare il potenziale offerto dalla cultura e creatività per favorire lo sviluppo economico e sociale del loro territorio.
L’Osservatorio è stato messo a punto dal Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea ed è il frutto di un progetto di ricerca che ha coinvolto 168 città di 30 Paesi europei (oltre ai Paesi UE, la Norvegia e la Svizzera). Le città interessate sono state esaminate sotto gli aspetti della “vivacità culturale”, dell’ “economia creativa” e del “contesto favorevole”, valutando una serie di 29 indicatori riferiti a 9 ambiti. La vivacità culturale esprime la vitalità di una città in termini di infrastrutture culturali e partecipazione alla cultura, l’economia creativa indica, invece, in che modo i settori culturale e creativo contribuiscono all’occupazione, alla creazione di posti di lavoro e alla capacità di innovazione di una città, mentre il contesto favorevole identifica i beni tangibili e intangibili che aiutano le città ad attirare talento creativo e a stimolare l’impegno culturale.
L’Osservatorio, disponibile come piattaforma interattiva online, può diventare quindi uno strumento di grande utilità per policy makers e responsabili del settore culturale che, grazie a dati quantitativi e qualitativi città per città, possono valutare l’impatto delle loro politiche, individuare gli ambiti in cui le loro città ottengono risultati positivi e quelli in cui invece è auspicabile un miglioramento, come pure trarre ispirazione e insegnamenti da risultati eccellenti conseguiti da città simili o comparabili.
La cultura e la creatività possono essere un potente traino per lo sviluppo e il benessere delle aree urbane. Guardando più da vicino i dati disponibili, l’Osservatorio rivela che la città culturale e creativa “ideale” in Europa sarebbe quella derivante da un mix delle città che fanno registrare le migliori performance nei 9 ambiti individuati: questa città avrebbe, cioè, le sedi e le strutture di Cork (Irlanda), la partecipazione e l’attrattività culturale e i posti di lavoro basati sulla creatività e la conoscenza di Parigi (Francia), la proprietà intellettuale e l’innovazione di Eindhoven (Paesi Bassi), l’incremento occupazionale nei settori creativi di Umeå (Svezia), le risorse umane e l’istruzione di Leuven (Belgio), l’apertura, la tolleranza e la fiducia di Glasgow (Regno Unito), le connessioni locali e internazionali di Utrecht (Paesi Bassi) e la qualità della governance di Copenaghen (Danimarca).
L’Osservatorio fotografa anche altre evidenze importanti:
– le migliori città culturali e creative risultano essere Parigi, Copenaghen, Edimburgo e Eindhoven;
– le Capitali europee fanno registrare risultati eccellenti ma non tutte; in Paesi come Austria, Belgio, Italia, Germania, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito vengono superate da altre città;
– le dimensioni di una città non sono determinanti per i suoi risultati in ambito culturale e creativo. Emerge anzi che le città di piccole e medie dimensioni ottengono mediamente risultati migliori rispetto a quelle più grandi;
– esiste una stretta correlazione tra cultura, creatività e prosperità delle città. In particolare, la cultura e la creatività favoriscono tassi di crescita economica più elevati e sono fondamentali per le città a basso reddito.
Anche il nostro Paese è presente nelle classifiche dell’Osservatorio. Tuttavia, l’Italia ottiene un buon piazzamento generale solo con Milano, al quarto posto in Europa tra le migliori città culturali e creative con oltre 1milione di abitanti (città di categoria XXL) e Firenze, al quinto posto tra le città con una popolazione compresa tra i 250mila e i 500mila (città di categoria L). Risultati, questi, che dovrebbero far riflettere in un Paese che vanta un patrimonio storico, artistico e culturale unico al mondo e universalmente rinomato per la sua capacità creativa.
Nelle intenzioni della Commissione Ue, questa prima edizione dell’Osservatorio rappresenta un punto di partenza. Si prevede infatti di aggiornare lo strumento ogni 2 anni, per garantirne l’attendibilità concettuale e statistica nel tempo e tra i Paesi e le città, nonché per registrare i progressi di quest’ultime o dare spazio a quelle città europee non incluse in questa edizione a causa della carenza di dati pertinenti disponibili.
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